THE KING
Aspetto ancora con ansia altri vostri commenti e
prego di citare la fonte se mai vorrete prendere in prestito questa traduzione.
La traduzione è amatoriale e senza scopo di lucro.
Alcune parti non sono tradotte letteralmente perché
era impossibile trascrivere in italiano quello espresso in inglese, soprattutto
modi di dire.
Questa è la copertina
del mio libro
CAPITOLO
VII
Paragrafo
II
"Dove
cazzo è questo posto? Nel fottuto Canada?"
Dietro il
volante della Crown Vic, Two Tone era pronto a spararsi in bocca se quella
lagna fosse continuata. Il viaggio di cinque ore nel bel mezzo della notte era
stato abbastanza pesante, ma quello spreco di spazio che era di fianco a lui
sul sedile del passeggero?
Se avesse
voluto fare al mondo un favore, avrebbe puntato la pistola in quella direzione,
non nella propria.
Sarebbe
stata una grande soddisfazione far fuori quella cazzo di spia, ma
nell'organizzazione, il ruolo di supervisore gli permetteva di arrivare fin lì
- e il diritto di spedire quel bastardo chiacchierone in una bara non gli era
concesso.
“Voglio
dire, dove cazzo siamo?”
Two Tone
digrignò i denti. “Ci siamo quasi.”
Come se il
figlio di puttana avesse cinque anni e stessero per arrivare a casa della
nonna? Gesù Cristo.
Mentre si
addentrava in aperta campagna, i fari della berlina catturarono
l'immediatamente l’apertura davanti a loro, si spinsero tra le file di pini e a
due filari che s'incurvavano attorno alla base della montagna nella notte.
Tuttavia stava per sorgere l'alba, un riverbero color pesca apparve a est.
Grande
fottutissima notizia. Presto, non tardi, avrebbero finalmente lasciato la
strada, si sarebbero occupati della merce e di godere di un po' di dannato
riposo.
Strizzando
gli occhi, si protese verso il volante. Aveva la sensazione che stessero per
arrivare al bivio...
Dopo quasi
un chilometro, una strada sconnessa non segnalata apparve a destra.
Non aveva
alcun motivo per azionare gli indicatori di direzione - o di rallentare. Diede
un colpo ai freni e sterzò all'improvviso, il carico nel bagagliaio sbatté
contro le pareti.
Se stava
dormendo, ora era di sicuro sveglia. La salita era ripida e li rallentò
ulteriormente. Dicembre aveva portato un carico merdoso di neve che era già
caduta lì al nord.
Era stato in
quella proprietà una volta soltanto prima di allora - e sempre per la stessa
ragione. Il Capo non era qualcuno da fare incazzare, e se ti capitava di
riuscirci, ti avrebbe fatto portare là dove nessuno ti avrebbe mai trovato.
Non aveva
idea di cosa avesse fatto quella donna per offenderlo, ma non era un suo
problema. Il suo lavoro era di prenderla, farla sparire - e tenerla
lì fino a ulteriori istruzioni.
Eppure se lo
chiedeva. L'ultimo stronzo che aveva spedito in quel posto sperduto aveva
sottratto cinquecentomila dollari e dodici chili di cocaina. Che cazzo aveva
combinato lei? E merda, sperava di non dover restare lassù tutto il tempo che
era rimasto per il lavoro precedente.
Aveva subito
anche una ferita alla cuffia dei rotatori per gentile concessione di quel
compito.
Al capo non
piaceva torturare personalmente. Preferiva stare a guardare.
Difficile
che sostenesse l'esame generale come lavoratore dello Stato di New York del per
la merda che aveva fatto al ragazzo.
Ma, a ogni
modo, a Two Tone non importava quella parte del lavoro. Lui non era come certi
tizi, che c'erano dentro, e per niente come il grande uomo, a cui non piaceva
assolutamente sporcarsi le mani. Nah, lui era giusto nel mezzo, abbastanza
soddisfatto di occuparsi della merda per cui veniva pagato.
“Tra quanto
ancora …”
“Un altro
quarto di miglio.”
“Fa un cazzo
di freddo quassù.”
Farà ancora
più freddo quando sarai morto, brutto figlio di puttana.
Il Capo
aveva ingaggiato questo stronzo all'incirca sei mesi prima e Two Tone lo aveva
affiancato un paio di volte. Continuava a sperare che quello stronzo di un
idiota venisse licenziato alla vecchia maniera, ma fino ad allora, non aveva
avuto fortuna.
Il bastardo
sarebbe stato un eccellente morto annegato nel fiume Hudson.
O in una
fossa. A proposito di quello, non si chiamava Phil?
Quando si
parla d'ispirazione.
Dopo
un'ultima curva della strada, l'obbiettivo irrilevante era in vista: il
solitario "capanno di caccia" perfettamente inserito nel panorama,
l'edificio basso e allungato che si nascondeva nel mezzo del sottobosco
ricoperto di neve e i sempreverdi soffici. In effetti, l'esterno era stato
deliberatamente costruito per apparire dimesso. All'interno, invece, era una
fortezza con un sacco di fottuti segreti oscuri.
E quello che
si trovava nel bagagliaio stava per aggiungersi al resto.
Non aveva
mai sentito che una femmina fosse stata portata là. E se fosse stata
affascinante? Impossibile da capire quando avevano trasportato quel peso morto
fuori da quella casa.
Forse si
sarebbe potuto divertire per passare il tempo.
“Che cazzo è
questo posto? Sembra un cesso schifoso. C'è il riscaldamento?”
Two Tone
chiuse le palpebre e si lasciò travolgere da un numero imprecisato di fantasie
che includevano i bagni di sangue. Poi aprì la portiera e si alzò, stirandosi i
muscoli doloranti. Cavolo, doveva pisciare.
Avviandosi
verso la porta, mormorò, “Tirala fuori dal bagagliaio, ti spiace?”
Non doveva
preoccuparsi di nessuna chiave. Si apriva con l'impronta digitale.
Mentre proseguiva,
dovette usare una torcia per arrivare alla pseudo entrata decrepita. Era a
circa metà strada dal raggiungere la meta quando si voltò perché qualche
istinto lo pungolò a farlo.
“Stai
attento quando lo apri,” urlò.
“Sì. Come ti
pare.” Phil girò attorno all'auto e si mise davanti al bagagliaio. “Che cazzo
potrebbe farmi?”
Two Tone
scosse la testa e mormorò, “Il tuo funerale. Se siamo fortunati …”
Nell'attimo
in cui il cofano si aprì, si scatenò l'inferno. La loro prigioniera balzò fuori
come se avesse le molle sotto al culo - e aveva trovato un'arma. Il bagliore
rosso del razzo brillava nell'oscurità, illuminando quell'ammasso del cazzo
mentre seppelliva la punta luminosa proprio in faccia alla scorta idiota di Two
Tone.
L'ululato di
dolore di Phil fece sobbalzare un gufo della taglia di un ragazzino di dieci
anni sull'albero vicino a Two Tone e lui fu costretto a gettarsi a terra oppure
avrebbe perso la propria testa.
Poi però
dovette rialzarsi in piedi.
Quella donna
cominciò a correre a rotta di collo - provando, come quel razzo di merda non
era riuscito a fare, che a differenza di Phil non era una cretina.
“Figlia di
puttana!” Two Tone la inseguì, seguendo i rumori di strappi e strattoni mentre
usciva fuori strada. Spostando la torcia nella mano sinistra, tirò fuori la
pistola.
Non doveva
andare così. Neanche lontanamente.
La puttana
era velocissima, e mentre la seguiva con difficoltà, sapeva che stava per
seminarlo - e l'ultima chiamata che voleva fare al suo Capo era, “Ehi, ho perso
il tuo progetto.”
Andava a
finire che il prossimo ospite del "capanno" sarebbe stato lui.
Spararle era
la sua unica possibilità.
Fermandosi
di colpo, si aggrappò a una betulla, sollevò la canna della pistola e iniziò a
scaricare colpi, gli spari echeggiavano nell'alba nascente.
Ci fu
un'imprecazione in tono acuto - e il rumore della corsa cessò. E al suo posto?
Un fruscio intenso come se lei si stesse contorcendo.
“Fottuto
Angelo,” ansimò correndo in avanti.
Se fosse
stata una ferita mortale, sarebbe stato fregato allo stesso modo che se fosse
fuggita.
La luce
della torcia girò intorno al panorama mentre si avvicinava, illuminando tronchi
e rami, il sottobosco, il terreno ricoperto di neve.
Ed eccola
là. A faccia in giù tra gli aghi di pino, si teneva un ginocchio al petto. Ma
lui non ci sarebbe cascato. Solo Dio sapeva quale altro asso nascondeva nella
manica.
“Alzati o ti
sparo di nuovo.” Mise un caricatore carico dal basso della pistola. “Ho detto
in piedi, cazzo.”
Lamenti.
Dondolii.
Tirò il
grilletto ed esplose un colpo nel terreno di fianco alla sua testa. “Alzati o
il prossimo ti attraverserà il cranio.”
La donna si
alzò. Detriti pendevano dagli abiti neri e dal parka, e i capelli scuri erano
ingarbugliati. Non gli interessava classificarla sulla sua cazzo di scala.
Prima di
ogni altra cosa doveva portarla nel luogo protetto.
“Mani in
alto,” ordinò, spostando l'arma al centro del suo petto. “Cammina.”
Zoppicava
parecchio e riusciva a sentire l'odore del sangue stando alle sue spalle. Non
avrebbe più tentato alcuno scatto.
Ci misero
quattro volte il tempo che ci avrebbero messo senza ferita ad arrivare
all'auto, e quando arrivarono, trovarono Phil ancora a terra che non si
muoveva. Eppure respirava, quel sottile ansimare suggeriva che il dolore era
intollerabile.
Quando
passarono, Two Tone controllò la faccia di Phil. Oh... merda... c'erano
bruciature di terzo grado su tutto il viso e uno degli occhi era andato.
Ammesso che il bastardo vivesse.
Giusto?
Fantastico.
Ma se ne sarebbe occupato dopo.
Quando
entrambi raggiunsero la porta, lui sapeva di dover riprendere il controllo
della situazione.
Con una
mossa veloce, le strinse il retro del collo e le sbatté la testa contro uno di
quei pannelli duri come l'acciaio.
Questa
volta, quando scivolò a terra, sapeva che si sarebbe presa una pausa per un
po'. Ma le diede la possibilità di scuotersi prima di mettere da parte la
pistola, appoggiò il pollice nel lettore di impronte digitali e la porta si
aprì.
Accendendo
le luci, la prese per le ascelle e la portò interno. Dopo aver chiuso entrambi
dentro, la trascinò sul pavimento fino alla scala... e la portò nel piano
interrato.
C'erano tre
celle su quel piano, come quelle che si vedono in TV con le sbarre di ferro,
pavimenti in cemento, giacigli in acciaio inossidabile al posto dei letti. I
bagni erano funzionali non per la comodità del prigioniero/i, ma per il naso
sensibile del Capo. Nessuna finestra.
Two Tone non
fece un respiro profondo fino a che non l'ebbe portata nella prima cella ed
ebbe chiuso la porta.
Prima di
risalire per confermare la cattura alla casa base, coprire la Crown Vic con
l'incerata mimetica e occuparsi di Phil, andò nella cella affiancò e urinò per
quella che gli parve un'ora e mezza. Chiudendo la cerniera, uscì e fissò il
muro macchiato davanti a lui.
I ceppi che
pendevano da due catene d'acciaio sarebbero stati usati presto.
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