giovedì 1 maggio 2014

The King - traduzione seconda parte prologo



THE KING

Ho visto che alcuni hanno risposto alla mia richiesta e per questo continuerò, perché ho preso un impegno verso coloro che hanno approvato la mia iniziativa.
Aspetto ancora con ansia altri vostri commenti e prego di citare la fonte se mai vorrete prendere in prestito questa traduzione.
La traduzione è amatoriale e senza scopo di lucro.



Questa è la copertina del mio libro



Paragrafo 2, Prologo

Sotto o pesanti strati del vestito, Anha era soffocava a causa del calore.
O forse era il terrore che chiudeva la sua gola.
Lei non aveva desiderato questo destino per se stessa. Non l’aveva cercato. Avrebbe voluto dare questa incombenza a qualsiasi giovane femmina che negli anni l’avevano invidiata: dal momento della sua nascita, era stata promessa al figlio del re come prima compagna – e poiché questo supponeva un onore, era stata allevata da altri, rinchiusa lontano, nascosta a ogni contatto.
Cresciuta in un solitario confinamento, non aveva conosciuto le cure di una madre o la protezione di un padre – era stata alla mercé di un mare di supplicanti stranieri, trattata come un oggetto prezioso, non come una persona.
E ora, all’evento culminante, al momento per cui era stata allevata e preparata … tutti quegli anni di preparazione sembravano essere serviti a nulla.
Il re non era felice: aveva gettato tutti indistintamente fuori dalla stanza in cui erano. Non aveva rimosso nessun drappo da lei, come il dovere voleva se voleva accettarla in qualche modo. Invece, lui l’aveva circondata, la sua aggressività aveva saturato l’aria.
L’avrebbe fatto arrabbiare ulteriormente con la sua temerarietà. Si supponeva che nessuno dovesse offrire suggerimenti al re …
“Siediti”
Anha seguì il comando lasciando che le sue ginocchia deboli cedessero sotto il peso del suo corpo. Si aspettava di incontrare il freddo pavimento, ma c’era una sedia imbottita di una qualche grande massa a prenderla.
Lo scricchiolio del pavimento la informò che l’aveva circondata di nuovo, i suoi passi pesanti, la sua presenza così grande che poteva captare la sua taglia anche senza vedere nulla. Il cuore batteva, il sudore colava lungo il collo e tra i suoi seni, aspettava la su prossima mossa – e temeva che sarebbe stato violento. Per la legge, lui poteva fare quello che voleva con lei. Poteva ucciderla o lasciarla alla Confraternita perché la usassero. Poteva spogliarla, prenderle la verginità, e dopo respingerla – lasciandola in rovina.
O poteva semplicemente denudarla e approvare il suo corpo, salvando la sua virtù fino alla cerimonia la notte seguente. O anche poteva … come lei aveva immaginato nei suoi più futili sogni … l’avrebbe considerata per breve tempo ricoprendola di regali e abiti lussuosi, segnale del suo intento di classificarla fra le sue shellans – così che la sua vita a corte sarebbe stata più facile.
Aveva sentito abbastanza sulla corte per aspettarsi cortesia da loro. E  lei era consapevole che loro pensavano che lei dovesse accoppiarsi con il re, lei era una di loro. Se lei avesse avuto una piccola parte del potere, infatti, poteva rimuoversi da quella in certa misura, lasciare le macchinazioni della corte e l’amicizia del re a femmine di più grande ambizione e avarizia …
La camminata si fermò bruscamente e ci fu una protesta dal pavimento direttamente davanti a lei, come se lui avesse cambiato posizione in qualche modo.
Ora era il momento, il suo cuore si gelò come se non volesse attirare l’attenzione della lame di sua Maestà …
In un veloce momento, il cappuccio fu tirato via dalla sua faccia, e una grande folata di aria fredda poteva essere respirata dai suoi polmoni.
Anha trattenne il fiato per quello che c’era davanti a lei.
Il re, il legislatore, la suprema rappresentanza della razza dei vampiri … era sulle ginocchia davanti alla sedia che aveva fornito per lei.
E questo era già abbastanza scioccante, ma in realtà, la sua apparente implorazione fu l’ultima cosa che la colpì.
Era supremamente bello – e tutte le cose che lei aveva ricercato per prepararsi per, la prima, magnificente vista di lui non furono sufficienti.
I suoi occhi erano del colore delle pallide foglie primaverili, e brillavano come brilla la luce della luna su un lago mentre la guardava. E la sua faccia era la più attraente che lei aveva visto, sebbene non fosse un complimento sufficiente, dato che non le era stato permesso di guardare nessun uomo prima.
Eccetto che questo non fu la cosa che penetrò la sua coscienza maggiormente.
Fu la preoccupazione nella sua espressione.
‘Non essere spaventata” disse con una voce che era delicata e profonda “Nessuno ti ferirà, finché io ci sarò”.
Lacrime brillarono negli occhi di lei. E dopo la sua bocca si aprì e le parole saltarono fuori “Mio signore, non dovreste inginocchiarvi”.
“In che altro modo dovrei salutare una femmina come voi?”
Anha provò a rispondere, ma catturata nel suo sguardo fisso, la sua mente diventò ingarbugliata – lui non sembrava reale, questo potente maschio che piegò il suo onore davanti alla sua presenza. Per essere certa una volta per tutte, la sua mano si alzò e si mosse per rimuovere la distanza fra loro.
Cosa stava facento? “Mio signore, perdonatemi …”
Lui catturò il suo palmo e l’impatto della carne sulla carne, le fece emettere un rantolo. O era a causa di entrambe?
“Toccami” comandò “Dovunque”
Come lui rilasciò la presa, le pose la sua mano tremante sulla guancia di lui. Calda. Morbida per una recente passata di rasoio.
Il re chiuse i suoi occhi e si appoggiò, il suo grande corpo fremente.
Quando lui solamente stette, lei sentì un’ondata di potere – non in modo arrogante, senza nessuna ambizione di profitto personale. Fu semplicemente quella di ottenere una condizione inaspettata su quello che era sembrato come un pendio sicuramente scivoloso.
Come era possibile?
“Anha …” prese fiato, come se il suo nome fosse un incantesimo magico.
Nulla fu detto,  ma il complesso della loro lingua era inutile, tutte le espressioni del parlato e il vocabolario non potevano offrire una qualsiasi sfumatura, molte meno definizioni, che il legame plasmato per legare l’uno all’altro.
Lei finalmente abbassò gli occhi “Non vorrebbe vedere più di me?”
Il re rilasciò un basso brontolio facendo le fusa. “Io voglio vedere tutto di te – e guardare non sarebbe neanche la metà di esso”.
L’odore di eccitazione maschile salì denso nell’aria, e incredibilmente, tutto il corpo di lei rispose alla chiamata. Ma ancora dopo, la sensuale aggressione di lui era ben vincolata alla sua personale volontà: lui non andò ora a prenderla. No, è emerso che lui voleva salvare la sua virtù fino a quando lui l’avesse pagata l’onore e il rispetto in modo consono all’accoppiamento con lei.
“La Vergine Scriba ha risposto alle mie preghiere in un modo miracoloso” lei sussurrò giacché sbatté le palpebre per le lacrime. Tutti quegli anni di paura e attesa, Il veleno che per tre decadi era caduto sulla sua testa …
Il re sorrise “ Se io avessi saputo che una femmina così esisteva, avrei implorato io stesso la Madre della razza. Ma i non ho fantasia – ed ciò è abbastanza bene. Non avrei fatto nulla, ma sarei stato seduto e avrei atteso te che incrociassi il mio destino, sprecando gli anni.”
Con questo, saltò in piedi e andò verso un esposizione di vestiti. I colori dell’arcobaleno erano tutti rappresentati, e le era stato insegnato fin dalla più tenera età a conoscere cosa ogni colore significava nella gerarchia della corte.
Lui scelse il rosso per lei. Il più importante di tutti, il segnale che lei sarebbe stata la favorita fra tutte le sue femmine.
La regina.
E questo onore doveva essere abbastanza. Ad eccezione di quanto si immaginava sulle molte lui avrebbe preso, il dolore le bloccò il petto.
Come lui tornò indietro da lei, lui doveva aver sentito la sua tristezza.
“Cosa ti preoccupa, leelan?”
Anha scosse la testa, e disse a se stessa che la condivisione di lui non era qualcosa su cui lei aveva il diritto di piangere. Lei …
Il re scosse la testa “No. Ci sarai solo tu.”
Anha indietreggiò: “Mio signore questa non è la tradizione …”
“Io non sono il legislatore di tutto?” Non posso io decidere la vita e la morte dei miei sudditi?” Quando lei annuì, un espressione dura apparì sul suo volto – e le fecero pietà tutti coloro che volevano contraddirlo. “Allora io posso determinare cosa sia o non sia tradizione. E ci sari solo tu per me.”
Lacrime sgorgarono nuovamente dagli occhi di Anha. Lei voleva credergli, ma sembrava impossibile – anche se lui avvolgesse tutta la sua forma nella seta color rosso.
“Tu mi onori” disse lei, fissando il volto di lui.
“Non abbastanza”. Con un veloce giro, camminò dall’altra parte del tavolo che era ricoperto di gemme.
L’elargizione di gioielli era l’ultima cosa nella sua mente, nel modo in cui lui le aveva sollevato il cappuccio, ma ora i suoi occhi si fossero spalancati sfoggio di richezze.
Certamente, lei non meritava tali cose. Non prima di avergli dato un erede.
Non che improvvisamente sembrasse un lavoretto, comunque.
Come lui ritornò da lei, inalò bruscamente. Rubini, così tanti che lei non poteva contarli – infatti, un intero vassoio … incluso l’anello Saturnino quello le era stato detto abbelliva la mano della regina.
“Accetta questo e conosci la mia verità” lui disse giacché lui ancora una volta si era abbassato ai suoi piedi.
Anha sentì la sua testa scossa. “No, no, questo è per la cerimonia …”
“Che avremo qui e ora”. Lui le porse il palmo. “Dammi la mano”.
Ogni osso di Anha fu scosso giacché gli diede la mano, e lascio andare un ansito quando la pietra Saturnina andò al suo dito medio della destra.
Come lei guardò dentro la gemma, la luce delle candele si riflesse nelle sue sfaccettature, brillando con una sicura bellezza, come il vero amore illuminava il cuore dall’interno.
“Anha, vuoi accettarmi come tuo re e compagno, finché la porta del Fado si offrirà davanti a noi?”
“Sì” lei sentì se stessa dire con una sorprendente forza.
“Allora io, Wrath figlio di Wrath, prendo voi come mia shellan, a vegliare e curaresu di voi e ogni figlio potremo avere, sicuro come vorrei e sarà il mio regno, e i suoi cittadini. Voi sarete mia per sempre e ancora di più – i vostri nemici saranno i miei, la vostra linea di sangue si unirà alla mia, i vostri crepuscoli e le vostre albe li dividerai solo con me. Questo legame non deve essere mai spezzato da forze interne od esterne” – fece una pausa – “ci deve essere una sola femmina per tutti i miei giorni, e voi dovete essere l’unica regina.”
Con questo, alzò l’altra mano e unì le nostre dita insieme. “Nessuno deve dividerci. Mai”.
Sebbene Anha non avesse conoscenza al momento, negli anni futuri, siccome il destino continua a rotolare in avanti trasformando questo momento presente in storia passata,  lei avrebbe voluto ritornare a questo istante ancora e ancora. Più tardi, avrebbe riflettuto che entrambi avevano perso quella notte, e che la previsione delle altre aveva dato loro il terreno solido richiesto.
Più tardi, quando dormendo unita con il suo compagno nel loro letto e sentendo il suo lieve russare, lei avrebbe saputo che quello che le era sembrato simile ad un sogno era in realtà un miracolo vivente.
Più tardi, nella notte che lei e il suo amato saranno massacrati, quando i suoi occhi puntarono alla botola in cui aveva nascosto il loro erede, il loro futuro, l’unica cosa che era più importante di loro due … lei avrebbe avuto come ultimo desiderio prima di morire che era tutto destinato ad essere. Se era una tragedia o una fortuna, tutto questo era stato scritto, e sarebbe partito da qui, in questo istante, quando le dita del re intrecciarono le sue loro due divennero uniti in una cosa sola, per l’eternità.
“Vorresti aspettare questa notte e questo giorno prima della cerimonia?” chiese.
Lei odiava lasciarlo. “Dovrei ritornare ai miei appartamenti”.
Aggrottò le sopracciglia profondamente. Ma dopo la lascio e prese il duo tempo per adornarla con i rubini fino a quando i rubini pendettero dalle sue orecchie e dal suo collo e entrambi i polsi.
Il re toccò la più grande delle pietre, quella che aveva appeso davanti al cuore di lei. Come le palpebre di lui si abbassarono, lei credette che lui era andato in qualche parte carnale della sua mente – forse la immaginava senza gioielli né abiti, nulla ma la sua pelle inquadrata con pesanti pose d’orate e i loro diamanti messi in rilievo da quelle incredibile gemme rosse.
L’ultima cosa dell’abbigliamento era la corona, e lui prese il circolo da un vassoio di velluto, posandola sulla sua testa e poi indietreggiando per squadrarla.
“Tu eclissi tutto” disse.
Anha si guarò. Rosso, rosso, ovunque, il colore del sangue, il colore della vita stessa. Infatti, lei non poteva immaginare il valore delle gemme, ma la cosa non la toccava. L’onore che le aveva dato lui in quel momento era leggendario – e come lei riteneva che desiderava tenerlo privato tra loro senza tutti gli altri.
Comunque, non ci sarebbe stato. Alla corte non sarebbe piaciuta una cosa come questa, lei pensò.
“Vorrei accompagnarvi ai vostri appartamenti.”
“O mio signore, non dovrebbe preoccuparsene…”
“Non sarà nulla rispetto a quello che mi consumerà stanotte, ti assicuro.”
Lei non poteva fermarsi dal sorridere. “Se lo desiderate, mio signore.”
Eccetto, che lei non era sicura di poter rimanere ferma davanti a tutti …
Anha non c’è l’avrebbe fatta a stare fino alla fine suoi suo piedi. Il re precedette maestosamente e raccolse lei fra le sue braccia, tirandola su dal pavimento come se lei pesasse nulla più di una colomba.
E con questo, lui marciò, calciò la porta e uscì nel corridoio: loro erano tutti là, il corridoio era pieno di aristocratici e membri della Confraternita del Pugnale Nero – e istintivamente lei girò la testa verso il collo di Wrath.
Pur essendo sollevata dalla proposta del re, lei si era sentita sempre come un oggetto, e tuttavia, (la sensazione) era andata via quando lei era con il maschio. Ora, esposta alla invasivi sguardi degli altri, era sola ancora in quel ruolo, relegata più ad un possesso che una parità.
“Dove andate?” domandò un membro dell’aristocrazia quando il re camminava a grandi passi senza riconoscerli.
Wrath si fermò – ma chiaramente questo cortigiano non si poteva negare che questa non era un suo diritto.
Il maschio riportò se stesso nella loro direzione. “Mio signore, è consuetudine che …”
“Io devo accompagnarla nei miei appartamenti privati questa notte e tutte le altre.”
La sorpresa apparve sulla faccia sottile e stretta. “Mio signore, non è ufficiale prima che …”
“Noi siamo debitamente sposati. Io ho effettuato la cerimonia da solo. Lei è mia e io sono suo, sicuramente non vorrà essere sulla strada di un maschio legato alla sua donna – molto meno il re con la sua regina. Lo farai?”
Ci fu un suono di denti che sbattevano contro altri denti, come se la mascella di qualcuno da aperta si fosse chiusa con alacrità.
Guardando oltre le spalle di Wrath, lei vide i sorrisi sulle facce della Confraternita, come se i lottatori approvassero l’aggressività. Gli altri in abiti da cerimonia? Non c’era approvazione sui loro visi. Impotenza. Supplica. Rabbia repressa.
Loro sapevano chi teneva il potere, e questo non era loro.
“Potremmo accompagnarvi, mio signore?” uno della Confraternita disse.
“Non per tradizione, ma in ossequio ai tempi. Anche in questa roccaforte è appropriato per la Prima Famiglia avere una scorta”.
Il re annuì dopo un momento. “Va bene. Seguitemi, ma – la sua voce si abbassò in un ringhio – “no dovete toccarla in nessun modo o io vi strapperò le budella che offenderà la sua salute fisica.”
Vero rispetto e una sorta di affetto riscaldò a la voce dei Fratelli “Come desidera, mio signore. Confraternita, a terra!”
Tutti insieme, i pugnali vennero tolti dalle fodere sul petto, le lame nere luccicarono per le torce che circondavano la sala. Come le dita di Anha entrarono dentro preziosi vestiti che il re le aveva dato, i Fratelli buttarono fuori un enorme grido di battaglia, i loro pugnali partirono dalle loro mani.
In una coordinazione che era nata dalle lunghe ore passate in compagnia gli uni con gli altri, ognuno dei grandiosi guerrieri caddero sulle loro ginocchia in cerchio e incastrarono la punta dei loro pugnali nel pavimento.
Piegando le mani e con una sola dissero qualcosa che lei non comprendette.
E tuttavia la prolissità fu per lei: loro avevano giurato fedeltà a lei come loro regina.
Era quello che sarebbe accaduto al calare della notte del giorno dopo, davanti alla glymera. Ma lei di gran lunga preferiva questo qui, e come i loro occhi si levarono, brillavano di rispetto, diretto a lei.
“La mia gratitudine a voi” si sentì dire “e tutto il mio onore al vostro re”.
In un battito di ciglia, lei e il suo amato vennero circondati dai giganteschi guerrieri, il voto che era stato fatto, adesso era accettato, il lavoro iniziava adesso. Affiancata da tutti i lati, si sentì come quando era stata presentata, Wrath riprense la sua camminata pieno di protezione.
Oltre le spalle del suo compagno, oltre la montagna dei Fratelli, Anha vedeva l’assemblea raccolta della corte retrocedere al loro passaggio quando procedettero lungo il corridoio.
Il banditore davanti a tutti, l’unico con le mani sui fianchi e le sopracciglia abbassate … non contento di tutto ciò.
Una scossa di paura la attraversò.
“Shh,” Wrath sussurrò la suo orecchio “Non preoccuparti. Io sarò gentile dentro il vostro corpo adesso”.
Anha arrossì e nascose la sua testa in quel collo spesso. Lui intendeva prenderla quando loro sarebbero arrivati alla destinazione che lui aveva  premeditato,  entrando il suo sacro corpo in lei, sigillando l’unione visceralmente.
Fu scioccata di trovare che lei lo voleva, per di più. Adesso. Veloce e potente …
E ancora, quando loro furono finalmente soli ancora, quando si furono sistemati sul fantastico letto di basso e seta … lei fu grata che lui fu paziente e affettuoso e gentile come aveva promesso a lei.
Fu la prima di molte, molte volte che il suo hellren non la lasciò cadere.






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